Disabilità e salute e sicurezza sul lavoro

© Andrey Popov - stock.adobe.com

Circa la metà dei 42,8 milioni di persone con disabilità in età lavorativa nell’Unione europea (UE) è attualmente impiegata. Le persone che soffrono di una patologia o di una disabilità dovrebbero poter continuare a lavorare nonché avere la possibilità di accedere al mondo del lavoro o reintegrarvisi. Di conseguenza, è essenziale predisporre un modello di lavoro accessibile e inclusivo in grado di accogliere una forza lavoro diversificata e di facilitarne il (re)inserimento e il mantenimento nel mondo del lavoro.

Pacchetto sull’occupazione delle persone con disabilità

Il pacchetto europeo sull’occupazione delle persone con disabilità rappresenta una delle iniziative di rilievo della più ampia strategia della Commissione europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030. Il suo obiettivo è garantire alle persone con disabilità pari accesso al mercato del lavoro, consentendo loro di rimanere occupate e, di conseguenza, di godere di una maggiore inclusione sociale e autonomia economica.

Il pacchetto si concentra su sei settori; quelli riportati di seguito rientrano nell’ambito di applicazione dell’EU-OSHA.

  • Garantire soluzioni ragionevoli sul posto di lavoro, ossia la realizzazione di qualsiasi modifica a una mansione o a un luogo di lavoro necessaria per consentire alle persone con disabilità di candidarsi a un posto di lavoro, di svolgere tale lavoro e di avere una promozione oppure di poter ricevere una formazione.

  • Fare sì che le persone con disabilità rimangano inserite nel mondo del lavoro e prevenire le disabilità associate a malattie croniche.

  • Garantire la disponibilità di programmi di riabilitazione professionale in caso di malattie o infortuni.

Attraverso l’acquisizione e lo sviluppo di risorse pertinenti, l’EU-OSHA contribuisce attivamente al raggiungimento degli obiettivi delineati nel pacchetto.

Obblighi giuridici dei datori di lavoro

I lavoratori con disabilità sono tutelati nell’UE da normative in materia sia di lotta alla discriminazione che di salute e sicurezza sul lavoro (SSL); a tale proposito, le disposizioni di alcuni Stati membri vanno oltre tali prescrizioni minime. 

La direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione (direttiva 2000/78/CE del Consiglio) contiene disposizioni specifiche per contrastare la discriminazione fondata, tra l’altro, sulla disabilità. La direttiva obbliga i datori di lavoro a predisporre soluzioni ragionevoli alle persone con disabilità, consentendo loro di accedere all’occupazione e di partecipare alla formazione.

La legislazione specifica in materia di SSL, come la direttiva quadro sulla SSL (direttiva 89/391/CEE), impone ai datori di lavoro di prevenire i rischi alla fonte e di effettuare valutazioni dei rischi sul luogo di lavoro. Questo approccio si rivela prezioso nell’individuare le soluzioni necessarie per sostenere i lavoratori con disabilità. Inoltre, in virtù di tali normative le imprese e i datori di lavoro sono tenuti a proteggere le categorie particolarmente sensibili dagli specifici pericoli che li riguardano. Tuttavia, la prevenzione dei rischi e i provvedimenti per agevolare il lavoro che interessano tutti i lavoratori possono consentire a una persona con disabilità di continuare a lavorare.

In tale contesto, la direttiva relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e di salute per i luoghi di lavoro (direttiva 89/654/CEE) sottolinea la necessità di prestare particolare attenzione ad aspetti quali le porte, le vie di circolazione, le scale, le docce, i lavabi, le postazioni di lavoro e i sanitari utilizzati dalle persone con disabilità.

Prevenzione dei rischi e promozione della salute

Un fattore fondamentale per aiutare le persone con malattie croniche e disabilità a continuare a esercitare un’attività lavorativa è l’attuazione di un solido sistema che gestisca i rischi e promuova la salute e il benessere. Affrontando ambiti fondamentali quali gli infortuni, i disturbi muscolo-scheletrici (DMS), lo stress lavoro-correlato, l’esposizione a sostanze pericolose, le malattie lavoro-correlate e il rumore eccessivo, l’impatto negativo dei luoghi di lavoro sulle persone e sulle economie può essere ridotto.

Ritorno al lavoro

Affinché le persone con disabilità possano fare ritorno al lavoro con esito positivo dopo un’assenza per malattia di media o lunga durata, è essenziale un approccio ben pianificato e sistematico. Pertanto, è fondamentale che i professionisti di diverse discipline (operatori sanitari, specialisti di ergoterapia, esperti in materia di accessibilità e disabilità, professionisti della SSL, personale delle risorse umane, ecc.) collaborino alla progettazione e all’attuazione di un programma che faciliti un ritorno al lavoro con esito positivo e l’occupazione sostenibile delle persone con disabilità.

Dalle precedenti ricerche dell’EU-OSHA emerge che i piani di maggior successo combinano risorse di assistenza sanitaria per un intervento precoce, consigli in materia di soluzioni per i luoghi di lavoro e l’occupazione, sostegno psicologico orientato al lavoro, formazione professionale nonché orientamenti e interventi da parte dei sistemi di sicurezza sociale. Questo approccio su misura risponde alle esigenze e alle circostanze specifiche sia dei lavoratori che dei datori di lavoro.

Le soluzioni da adottare nei luoghi lavoro possono comprendere la riorganizzazione dei compiti e delle mansioni, l’adattamento delle attrezzature, la modifica degli orari di lavoro e la riqualificazione dei lavoratori. Una valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute può contribuire a operare una selezione delle soluzioni.

Invecchiamento della forza lavoro

La percentuale di persone con disabilità tende ad aumentare con l’età, un fattore importante dato l’attuale contesto di invecchiamento della forza lavoro europea. Considerato l’aumento dell’età pensionabile in molti Stati membri, si prevede che il numero di lavoratori con disabilità nell’UE non farà che aumentare.

Pertanto, misure quali una prevenzione efficace, luoghi di lavoro accessibili e politiche globali per il ritorno al lavoro si rivelano preziose per prevenire l’uscita prematura dal mercato del lavoro della popolazione attiva e per mantenere in atto un modello di lavoro sostenibile.

Lavorare in condizioni di cattiva salute

Molte persone con problemi di salute e disabilità possono lavorare comodamente in condizioni di sicurezza con soluzioni adeguate. Il sostegno specifico e le misure necessarie dipendono dalla persona e dalle sue condizioni. Di seguito sono riportati alcuni esempi. 

  • Tumori: per facilitare il ritorno al lavoro delle persone sopravvissute a un tumore può essere utile prevedere un rientro graduale e rendere il lavoro più flessibile.

  • Malattie cardiovascolari:  dovrebbero essere ridotti al minimo i fattori di rischio professionale che incidono sulle persone affette da malattie cardiovascolari, come il lavoro usurante, lo stress lavoro-correlato, l’orario prolungato, il lavoro notturno e a turni e l’esposizione a sostanze chimiche come il monossido di carbonio. Queste misure dovrebbero essere integrate da iniziative di promozione della salute sul luogo di lavoro, tra cui l’attività fisica, una sana alimentazione, la riduzione del consumo di alcol e del fumo, nonché visite mediche periodiche sul posto di lavoro per individuare fattori di rischio quali l’ipertensione o il prediabete.

  • Long COVID o sindrome post-COVID: sono necessarie misure a sostegno dei lavoratori con sintomi acuti o a lungo termine di COVID-19, come la stanchezza estrema, per agevolare il loro ritorno al lavoro.

  • Salute mentale e stress lavoro-correlatouna gestione efficace di una carente salute mentale sul lavoro, correlata o meno al lavoro, comporta una sinergia di misure di prevenzione e sostegno, ad esempio fornendo un accmpagnamento individuale (il cosiddetto counselling) e attuando soluzioni quali orari flessibili, ulteriore formazione e assistenza nonché la riduzione dei rumori nei luoghi di lavoro. È incoraggiata inoltre l’introduzione di un approccio proattivo alla prevenzione dei suicidi.

  • Disturbi reumatici e muscoloscheletricii disturbi reumatici e muscoloscheletrici sono tra i disturbi lavoro-correlati più frequenti nell’UE. Le soluzioni da adottare nei luoghi di lavoro potrebbero includere il lavoro flessibile per consentire di sottoporsi a visite mediche, il telelavoro, la modifica delle mansioni per ridurre il carico di lavoro fisico e la fornitura di attrezzature ergonomiche.

Per saperne di più sui lavoratori con disabilità e sulla SSL, nonché sul sostegno efficace nel contesto del pacchetto sull’occupazione delle persone con disabilità, consultare l’articolo Ill health, disability, employment and return to work (Malattia, disabilità, occupazione e ritorno al lavoro) pubblicato sull’OSHwiki di EU-OSHA e contenente un gran numero di risorse preziose.